Ikat antica lavorazione tessile oggi di gran moda
Ikat, fili annodati, dipinti e tessuti, un tripudio di colori e disegni diversi che rendono questa antica lavorazione tessile di gran moda sia nell’abbigliamento che nell’arredamento.
Cosa significa Ikat
Il termine Ikat deriva dal termine indonesiano “mengikat” e significa annodare, legare. Con questa parola non si intende solo un tipo di tessuto, ma anche la tecnica con cui si colorano i filati di cotone o seta che poi vengono tessuti.
Come si realizza il tessuto Ikat
La costruzione di un tessuto ikat è molto laboriosa e si svolge in due fasi principali: la prima di legatura e tintura dei filati e la seconda di tessitura vera e propria.
I filati sono colorati attraverso un procedimento e un disegno ben preciso. Per prima cosa si raggruppano in matasse per poi distenderli su un telaio. Attraverso un bastone appuntito e intriso di olio e carbone si segnano, sulle matassine, i punti dove i fili devono essere annodati. Queste parti sono quindi legate utilizzando fili in cotone cerato in modo da risultare resistenti alla tintura. Le matasse poi si immergono nel colore nell’ordine esatto in cui si trovano sul telaio in modo da non perdere il disegno prestabilito. Questo tipo di colorazione è chiamata anche tintura a riserva, dove appunto alcune parti sono protette ed altre colorate.
Per i tessuti multicolore il procedimento è lo stesso, ma tra le diverse tinture si lasciano asciugare le matassine. Quando la tintura è naturale, ogni colore necessita di temperature e tempistiche diverse, quindi più il disegno è complesso, più la tintura è difficoltosa.
Le caratteristiche del tessuto
Ogni matassina di filato è legata al telaio in un preciso punto e tutti i punti creano un linea che si ripete nella tessitura definitiva. Questa linea è molto importante perché è la caratteristica che distingue quelli fatti a mano da quelli tessuti a macchina. Nella progettazione del disegno bisogna tener conto sia della colorazione che della tessitura. Entrambe le fasi fanno parte del processo di creazione del motivo.
Il tessuto può essere di due tipi: Ikat semplice, dove si tingono i fili che compongono solo l’ordito o solo la trama e Ikat doppio dove si colorano entrambi.
Dove nascono gli Ikat
Il motivo Ikat è presente in molte culture dell’Asia meridionale, sud orientale e centrale, ma lo troviamo in Giappone, in America centrale e meridionale ed anche in India dove in alcune zone è considerato un tessuto sacro.
I disegni di questi tessuti sono motivi religiosi e rituali tramandati di epoca in epoca. Nonostante nei secoli abbia perso il suo valore sacro oggi viene comunque considerato un tessuto prezioso sia per il disegno che per il filato con cui è realizzato.
Anche se l’India e l’Indonesia hanno una forte tradizione di tessitura Ikat, sono quelli dell’Uzbekistan a prendere piede nell’industria della moda e dell’arredamento.
L’Ikat è il tessuto nazionale dell’Uzbekistan, ogni sposa uzbeka deve avere nel suo corredo i teli di “Khan-Atlas“, come gli uzbeki chiamano l’ikat in seta, che significa “raso di seta reale”, un tessuto lussuoso, morbidissimo al tatto, che brilla delicatamente alla luce. Gli Ikat più preziosi sono quelli appunto in seta, in cotone e seta, e soprattutto quelli di velluto in seta. Esistono anche in cotone e lino.
I miei Ikat
Alcuni anni fa, durante un evento dove esponevo le mie creazioni, ho conosciuto Carla, un architetto che, grazie alla passione per i viaggi e per l’arredamento, si era innamorata di questi tessuti e li aveva trasformati in coloratissimi cuscini, paralumi, borse, pochettes, sgabelli e furlane. La sua postazione vicino alla mia traboccava di colore ed allegria. Il suo brand è I Cuscini di Carla.
Da questo incontro sono nate, oltre ad una bella amicizia anche una collaborazione. Con i preziosi scarti dei lavori di Carla ho creato una linea di collane con pendenti in tessuto: “Ikat Collection” RICCIeMICI Creazioni. Ogni collana è un pezzo unico; al tessuto ho abbinato cristalli di Boema, perle di vetro e nappine in seta.
Vuoi condividere questo articolo?