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27 Aprile 2023

Il rammendo, la gentile arte del riparare

Una volta non si aveva la possibilità di comprarsi una nuova maglietta perché bucata o non ci si poteva permettere una camicetta nuova perché strappata. Un tempo, il corredo da letto era nuovo quando ti sposavi ma doveva durare anni e anni sapendo comunque che a forza di lavare, stendere e strofinare, il tessuto si sarebbe consumato. E quindi? Come fare quando si formavano dei buchi? Non parliamo poi dei calzini, dove molto presto l’alluce faceva, come tuttora, capolino.

Io sono cresciuta negli anni ’80 dove un capo bucato veniva sostituito velocemente con uno nuovo ma ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia di sarte dove il rammendo era all’ordine del giorno. Mia nonna mi insegnava a cucire bottoni e a chiudere buchi. Ricordo il fantastico uovo di marmo che usavamo per rammendare i calzini e come le mani sagge di mia nonna e di mia madre lo posizionavano alla punta del calzino per tendere bene il tessuto e chiudere quel buchetto fastidioso.

Ammetto che allora il mio rammendo era un groviglio di fili e nodi che creavano ancor più disagio all’interno della scarpa e che l’uovo lo usavo per giocare. Ma come mi dicevano sempre, impara l’arte e mettila da parte. Oggi all’età di quarant’anni mi rammendo qualsiasi cosa! Ho raffinato la tecnica studiando su libri specifici e guardando tutorial.

Ed eccomi qui a raccontarvi di quanto sia bello rammendare e riparare invece di buttare e sostituire! E il bello è anche la libertà che regala quest’arte che, a seconda dei singoli casi, dello stile e gusto estetico personale, si presta sempre benissimo.

Innanzitutto, esistono due tipi di rammendo: il rammendo invisibile e il rammendo creativo. Vediamo insieme le differenze.

Il rammendo invisibile

In questo caso il tuo intervento sul capo non si deve notare, non deve esserci traccia. Il capo rammendato torna ad essere nuovo a tutti gli effetti, tale e uguale a prima.

Sì, purtroppo è sempre più difficile trovare artigiane/i in grado di rammendare in questo modo certosino. Si tratta di un’arte antica e dimenticata… che però, per fortuna, oggi sembra venire riscoperta ed essere apprezzata e valorizzata, grazie sicuramente ad una maggiore sensibilità e consapevolezza sui temi legati alla sostenibilità ambientale e all’industria del fast fashion. Sì, rammendare e riparare è in un certo senso anche una pratica attivista!

Il rammendo è un modo gentile e delicato per riportare in vita vestiti e accessori altrimenti abbandonati in un angolo e magari destinati alla spazzatura; è una disciplina dolce e sensibile che ci riavvicina a capi che hanno ancora tanto da raccontare!

Il rammendo creativo

Questa seconda versione è tutta un’altra storia! E probabilmente anche la versione del rammendo che oggi, attraverso i social media, incontriamo e conosciamo di più (forme e disegni colorati sono di fatto più “instagrammabili”).

Con il rammendo creativo viene messo in evidenza il “difetto” con fili in contrasto per colore e spessore rispetto al tessuto, trasformando in un qualche modo il capo, rendendolo in un certo senso nuovo, sempre uguale ma un po’ diverso. È un tipo di intervento che offre la possibilità di giocare e sperimentare con diverse tecniche e ricami.

In foto un esempio di come abbia rammendato una vecchia camicia di jeans, ormai troppo consumata; con un po’ di colore e creatività, è tornata ad essere riutilizzabile con un aspetto rinnovato! 🙂

Allora, che ne pensi? Ti è per caso venuta voglia di tirar fuori dal cassetto qualche calzino bucato e provare a divertiti un po’? 🙂

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