Mai sentito parlare di Kogin?
Kogin-zashi è un’arte tradizionale originaria nella prefettura di Aomori (Giappone), attualmente conosciuta come un sashiko (ricamo) artigianale molto facile e alla portata di tutti.
Il Kogin, (pronuncia corretta Koghìn) è un ricamo che viene eseguito passando i fili attraverso il tessuto e creando motivi geometrici e decorazioni con filze. Secondo la letteratura la sua origine risale a prima del’anno 1000 d.C., ma il Sashiko-kogin, è nato nel distretto di Tohoku nel periodo Edo (1603-1868).
Inizialmente gli agricoltori di Kyoto, cucivano gli abiti usati che non potevano essere commercializzati ad Aomori con materiale scadente. La funzione era di rinforzare i tessuti e ritardare il logorio. I ricami, si sviluppavano lungo le spalle e la schiena dei kimoni con canapa che poteva facilmente essere recuperata.
I MATERIALI
In origine, i tessuti da cucire (cotone e lino) erano di colore azzurro chiaro, poi blu indaco. Ricamati con filato bianco prima di canapa e poi di cotone. Nel corso degli anni, questo tipo di ricamo si è modificato nei punti e nei materiali, ma anche nel colore delle filze e nei capi di abbigliamento.
Attualmente il Kogin si è diffuso in tutto il mondo (da pochissimo tempo in Italia), da ricamo povero monocolore si è trasformato in ricamo colorato che arricchisce qualsiasi capo di abbigliamento e arredamento.
I materiali con cui viene eseguito purtroppo non si trovano in Italia. È necessaria una tela (piuttosto rustica) in cotone a trama regolare, con 7 fili per cm, un cotone poco ritorto (equiparabile al titolo 2 per uncinetti), un ago lungo 6,5 cm senza punta. Le filze si eseguono rigorosamente senza telaio e il rovescio è fondamentale quasi come il diritto.
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