Pig’Oh: gioielli “elettrici” artigianali di design con l’upcycling
Letteralmente… folgorata ⚡️ all’ultima fiera Abilmente dall’incontro con gioielli artigianali “elettrici” di Pig’Oh, non vedevo l’ora di farti conoscere la storia di Marco e Ilaria, le due anime creative che da Ferrara hanno dato vita a questo marchio dove upcycling e artigianato si fondono con il design e sconfinano nell’arte. Un brand che è riuscito a farsi conoscere anche fuori dai confini nazionali.
Pig’Oh: i gioielli artigianali nei bookshop di prestigiosi musei
Spoiler: oggi Pig’Oh è presente nientepopodimeno che nei bookshop del museo Gugghenaim di Venezia, del Macro e del Palazzo delle Esposizioni di Roma. Persino alla Royal Academy di Londra, fino a prima della Brexit (che ha reso insostenibili i costi della dogana).
Come si arriva a questi importanti riconoscimenti? Continua a leggere per scoprirlo!
Cavi elettrici trasformati in gioielli artigianali di design
Riavvolgiamo il nastro (o forse, il cavo?!). Ilaria e Marco si sono conosciuti nel 2012 e provengono da percorsi di formazione e settori lavorativi diversi. Entrambi estranei al mondo del gioiello, hanno mosso i primi passi in questo settore da completi autodidatti.
Ilaria ha una società immobiliare, alle spalle una formazione umanistica in Giurisprudenza, appassionata di viaggi, design, musei e arte contemporanea. In Pig’Oh mette il suo gusto ed estro estetico, che traduce nel design dei gioielli, assieme alle competenze in ambito comunicativo per promuovere il marchio.
Marco è geometra, geologo, disegnatore Cad che, nella sua vita professionale passata, pianificava cave. Da sempre esprime la sua spiccata manualità riempiendo casa con oggetti in legno che si progetta e costruisce da solo. Attualmente Pig’Oh è diventato il suo lavoro a tempo pieno. Crea artigianalmente i gioielli e li fa conoscere personalmente, presenziando alle fiere più importanti di settore (la Design Week di Milano, HOMI Sperimenta e HOMI Fashion and Jewels, Pure a Londra).
Pig’Oh nasce da un’amicizia e una sfida: creare qualcosa insieme, usando ciò che avevano semplicemente sotto il naso. Come ricorda Silvia: «Ci siamo detti: perché non provare a costruire un gioiello in base a quello che abbiamo sul banco da lavoro?».
Prima il materiale. Poi il disegno e quindi l’idea. Il caso ha voluto che, vicino a loro, si trovasse un ferro da stiro. Ad attirare l’attenzione di Ilaria e Marco è stato nello specifico il rivestimento del cavo del ferro da stiro. «Aveva una certa allure, ci abbiamo visto del potenziale – continua Silvia – e così abbiamo elaborato varie idee, abbinandoci diversi materiali».
Dopo varie sperimentazioni, inizialmente il legno è risultato l’accoppiata più azzeccata (in particolare l’ebano, ma anche altre essenze lignee). Anche se oggi la collezione si è ampliata, abbinando al cavo elettrico (che sempre fa da… fil rouge!) diversi metalli (ottone, alluminio, rame…).
Upcycling di materiali per creare gioielli artigianali contemporanei
L’attenzione al riciclo contraddistingue da sempre il modus operandi di Pig’Oh che, nelle prime sperimentazioni ha riutilizzato del legno di ulivo proveniente da un vecchio pavimento.
«Inizialmente abbiamo utilizzato solo cavi elettrici e legni di riciclo – sottolinea Ilaria – Ora non riusciremmo più a sopperire al fabbisogno per la nostra produzione. I cavi elettrici li acquistiamo, ad eccezione di quello nero di gomma che ancora riusciamo a riciclare. Il legno invece è sempre materiale di scarto che recuperiamo dalle segherie. Come l’ebano, che impieghiamo molto nelle nostre collezioni. Sono pezzi che per dimensioni o certi difetti le segherie non possono vendere ai mobilifici, ma che per il nostro utilizzo e lavorazioni sono invece perfetti».
Anche il rame impiegato per alcuni gioielli è rivitalizzato da scarti di cantiere.
Limitare l’impronta ambientale
Attento alla propria impronta ambientale, il brand Pig’Oh non solo cerca di riutilizzare materiali di scarto, ma di sprecarli a sua volta il meno possibile. Come? Producendo meno sfrido. «La nostra collezione Rey nasce dalla volontà di creare dei gioielli che utilizzino i legni di risulta delle altre collezioni – rivela Ilaria – La ricerca da noi non si ferma mai ed è per questo che sono nate anche collezioni di piccola oggettistica come i portachiavi».
«Siamo consapevoli che un’impronta ambientale siamo comunque costretti a lasciarla – aggiunge la mente creativa di Pig’Oh – per questo abbiamo aderito a Treedom: con le donazioni piantiamo alberi nel mondo per ridurre l’impatto delle nostre lavorazioni».
Fare rete con altri artigiani
Da artigiani, e quindi particolarmente sensibili al mondo dell’hand made, Ilaria e Marco coinvolgono a loro volta, per certe lavorazioni, altri crafter. I sacchetti nei quali confezionano i loro gioielli sono realizzati ad esempio da colleghi artigiani del Ferrarese.
Un packaging a parte è stato studiato invece per il loro prodotto ormai storico e divenuto un must: la collana Regolo Dinamica che viene venduta in diversi set ed è smontabile e combinabile in tante configurazioni sempre nuove, come se si indossasse ogni giorno un gioiello diverso.
Per riporla, Pig’Oh ha fatto realizzare una busta in tessuto arrotolabile, con tasche che possono contenere vari set di cavi e gli elementi lignei. A curarne una versione è il brand Rivelami, che ricicla vele e cordino nautico. L’altra, in cotone nero e logo Pig’Oh è realizzata dal laboratorio tessile Blackmilk.
Sculture gioiello: dall’artigianato all’arte
I primi passi Pig’Oh li ha mossi sul territorio. Partecipando a mercatini per le piazze di Ferrara. Da allora, è stato un crescendo. Ilaria e Marco sono passati su una piazza più grande come quella di Milano, quindi i primi rapporti con i negozi in conto vendita, poi le fiere come Homi Milano. Lo shop online sul proprio sito web è arrivato soltanto dopo.
«Abbiamo sempre privilegiato il contatto umano, ci piace e pensiamo sia importante – rivela Marco – Oggi abbiamo rivenditori sia italiani che europei, ma teniamo molto a continuare a presenziare le fiere sul territorio dedicate all’artigianato creativo, mantenendo così un contatto diretto e sincero col nostro pubblico».
Particolarmente forte è il legame col Ferrarese, consolidato ogni anno ad esempio con la partecipazione al Festival di Internazionale.
Chiudo questa “elettrizzante” 😉 storia creativa con le ultime creazioni più all’avanguardia di Pig’Oh: le sculture gioiello. Protagoniste di una sfilata per Cna sul fiume a Ferrara, sono state concepite «con l’idea che il gioiello non solo termina l’outfit ma lo costruisce – spiega Ilaria – Invertiamo l’ordine, per cui è tutto il resto a ruotare attorno al gilet-gioiello o alla spalliera-gioiello. Una creazione dalle dimensioni importanti per occasioni speciali».
Fammi sapere nei commenti (anche su bea_ideecreative) se anche tu sei rimasto… folgorato o almeno elettrizzato dalle creazioni di Pig’Oh e dei loro gioielli artigianali!
Ti piacciono le storie creative? Trovi tanti altri racconti che possono esserti d’ispirazione in questa sezione del blog!
A cura di Gloria Cesarotto | Be-A staff
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