Cosa sono le fibre tessili?
Cosa sono le fibre tessili? Ma che domanda semplicissima! Le fibre con cui si fanno i tessuti..
In realtà non è esattamente così semplice. Infatti non è questa la definizione corretta, se ci si addentra su quali sono e come si ottengono, le risposte diventano sempre molto vaghe e spesso sbagliate.
Frequentando per lavoro molti negozi e avendo a che fare con chi le utilizza, abbiamo scoperto che c’è ancora molta confusione su cosa siano e come vengono prodotte.
Con questo semplice e breve articolo vogliamo provare ad aiutarti a fare un po’ più di chiarezza.
Per fibra tessile s’intende un qualsiasi filamento, più o meno sottile, unito o ritorto, per ottenere un filo lungo e continuo, che possa essere lavorato a mano o a macchina, e sia possibile fabbricare non solo dei tessuti, ma un qualsiasi manufatto.
Quindi la condizione necessaria è che sia possibile tesserle. Insomma una questione di terminologia.
Le fibre: una grande famiglia allargata!
Queste fibre si suddividono in tre grandi famiglie che sono:
- fibre NATURALI che a loro volta si suddividono in ANIMALI e VEGETALI
- fibre ARTIFICIALI
- fibre SINTETICHE
Fibre Naturali
A questa grande famiglia appartengono tutte quelle fibre, e quindi filati, di origine naturale che, per ottenere un unico lungo filo, vengono lavorate e assemblate solo meccanicamente senza trasformazioni chimiche.
Sono le fibre più antiche al mondo, quindi le prime ad essere state utilizzate dall’uomo per produrre manufatti e abbigliamento.
Qui entra in gioco una delle caratteristiche tipica di questi filati: la torsione, di cui sicuramente hai sentito parlare, ma di cui esiste ancora un po’ di confusione. Vediamo in dettaglio ma in modo molto semplice di cosa stiamo parlando.
Stoppino, binatura e torsione
Il filo che si ottiene dalla lavorazione può avere diverse strutture.
Filo Singolo (1ply)
Le fibre vengono tirate e attorcigliate su se stesse (torte) andando a formare un lungo filo; in questo caso si parla di singolo (in inglese lo troviamo scritto come 1 ply).
Questa lavorazione prende il nome di filatura (che vedremo in dettaglio in un articolo successivo) e viene fatta con l’utilizzo di macchine apposite o a mano utilizzando il filarino (o filatoio a ruota), o il fuso per filare a mano.
La torsione può essere più o meno accentuata dando al filato più o meno rigidità e tenuta.
Nelle lane questi filati vengono anche denominati Stoppino.
Filo Binato (2ply o multiply)
Si definisce binatura l’operazione di quando due singoli, a loro volta torti, vengono messi insieme e nuovamente ritorti in senso contrario.
L’aspetto finale è quello che normalmente vediamo e conosciamo bene, di due fili che si avvolgono tra di loro formando quello finale.
Chi di noi non ha mai preso un cordino e, dopo averlo attorcigliato su se stesso più volte, lo piegava in due, attorcigliandolo nuovamente in direzione contraria per ottenere un nuovo cordino più grosso?
Senza saperlo stavi facendo l’operazione di binatura e torcitura!
Se i singoli che compongono il nuovo filato sono due, si parla di 2ply; altrimenti si parla di multiply.
Torcitura (twist)
Come detto nella binatura, i fili singoli vengono ritorti, ossia vengono nuovamente arrotolati in senso contrario.
L’operazione prende il nome di Torcitura del filato;
questa può avere, come immaginiamo, due direzioni:
- in senso orario, viene definita torsione S
- in senso antiorario viene definita torsione Z
Fibre ANIMALI
Queste fibre sono ottenute dal vello dell’animale tramite tosatura, vedi la lana di pecora, dal pelo tramite pettinatura (cashmere) o strippaggio e da secrezioni come la seta.
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Lana
Viene ottenuta dal vello di ovinidi (pecore) tramite tosatura. Il vello appena tosato e non lavato prende il nome di Sucido.
Le sue caratteristiche principali sono:
- elasticità – ha una buona elasticità e drappeggio dopo la lavorazione, cosa che la rende molto adatta a capi di vestiario.
- termoregolatore – questa fibra non trattiene il calore ma mantiene cosante la temperatura, quindi evita l’eccessiva sudorazione quando indossata.
- isolante – è un buon isolante termico sia in condizioni di freddo che di caldo.
- 100% rinnovabile.
In commercio si trovano tantissime varietà di lane in base alla razza delle pecore da cui viene ricavata; tra le più conosciute c’è sicuramente la Merino ottenuta dalla razza di pecora merinos, apprezzata per la sua morbidezza dovuta alle sue fibre particolarmente sottili.
Molto conosciute sono anche le lane di razze inglesi come la Bluefaced e la Shetland, oppure alle lane islandesi dalle fibre particolarmente lunghe.
Una caratteristica di cui non si può prescindere è la presenza di una sostanza sul pelo (che da il nome alla lana) che si chiama Lanolina.
Questa viene prodotta dall’animale come protezione contro le intemperie rendendola molto isolante.
L’aspetto negativo è che risulta essere un importante allergene, quindi può creare stati di allergie più o meno forti a soggetti sensibili.
Oggi, però, si parla spesso di lana in termini molto generici, quindi non riferiti solo a lane di pecora, ma filati ottenuti dal pelo in generale.
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Cashmere
E’ una delle fibre animali che spiccano di più per il pregio. Viene ottenuta dalla pettinatura delle capre di razza Hircus Laniger che vive nei climi con forti sbalzi termici delle regioni montuose dell’Asia e della Mongolia come l’Himalaya e Deserto dei Gobi.
Il sottopelo più pregiato, dovuto proprio ai forti sbalzi termici e climi particolarmente freddi, prende il nome di Duvet , ha una particolare morbidezza e un potere isolante molto superiore a quello della lana, fino a quasi dieci volte.
Queste caratteristiche rendono suddetta fibra naturale una delle più pregiate in commercio, sinonimo di lusso e comfort.
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Mohair
E’ una lana ottenuta dal vello della Capra d’Angora (da non confondere con la lana angora che è ottenuta dal coniglio). E’ il filato più simile alla seta per via delle sue fibre particolarmente lunghe e lucenti. Di solito viene utilizzato in mescola con altri filati come lana o seta.
Il pelo degli animali più giovani viene utilizzato per i filati più pregiati destinanti, in genere, all’aguglia o all’abbigliamenti e prende il nome di Kid Mohair.
Questa è una delle fibre più adatte alla tintura. E’ originaria della Turchia ed oltre ad essere utilizzata per filati per maglieria e aguglieria, viene utilizzata per fabbricare tappeti e parrucche.
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Vigogna
Fibra pregiatissima ricavata dal pelo della Vicuña, un camelide andino. Dal popolo Inca veniva infatti definita “fibra degli Dei”.
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Alpaca
Questa fibra prende il nome dall’omonimo animale tipico delle Ande: è una specie domestica della stessa famiglia della suddetta Vicuña.
Questa fibra è solo apparentemente simile alla lana perché in realtà non contiene lanolina, quindi non crea allergie e non tende ad infeltrire.
E’ molto più leggera, morbida e calda della lana di pecora. Viene spesso utilizzata in mescola con la lana proprio per dare leggerezza al filato stesso e ai capi di abbigliamento a parità di calore.
La fibra di alpaca è disponibile in una vastissima varietà di colori naturali che vanno dal bianco, ai grigi ai neri e tutte le tonalità dei marroni e beige. Questa caratteristica permette di ottenere una cartella colori molto ampia, senza la necessita di doverle tingere chimicamente.
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Angora
Fibra altamente pregiata ottenuta da un particolare coniglio bianco.
Ha una mano molto morbida e gonfia; è estremamente isolante nonostante la leggerezza, particolarmente lucente e ipoallergenica come l’alpaca. Questo la rende una fibra adatta a capi di particolare prestigio o per pelli sensibili.
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Seta
Tra le fibre ottenute per secrezione è sicuramente la più pregiata; viene prodotta dalla “dipanatura” per ebollizione del bozzolo creato dalla secrezione del baco da seta.
Il filo di seta viene ottenuto mediante bollitura del bozzolo, purtroppo, con l’animale ancora all’interno per evitare la rottura del bozzolo.
Esiste però una tipologia di seta in parte cruelty free: la seta biologica o Bourette. A differenza della seta classica, questa viene ottenuta dopo che l’animale è fuoriuscito dal bozzolo; per questo ha la caratteristica di essere meno morbida, lucida e sottile rispetto alla seta pura.
La seta è una fibra morbida, leggerissima e molto sottile. Nonostante il suo calibro cosi fine è tra le fibre forse più resistenti e tenaci!
Ha un elevato potere isolante dal freddo con un incredibile coefficiente di riflessione, cosa che le conferisce la sua particolare lucentezza.
Spesso viene utilizzata mescolata ad altri filati per donare loro morbidezza ma soprattutto luminosità.
Per le sue caratteristiche e il suo particolare drappeggio viene utilizzata per capi di alta moda o che richiedono una “caduta” particolare. Essendo per sua natura ipoallergenica (così come l’alpaca e l’angora), viene spesso utilizzata per capi per pelli sensibili o capi tecnici per la sua leggerezza e tenacità.
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Il podio è inaccessibile!
Il podio per il filato più pregiato, va ad un filo che però è illegale in tutto il mondo: lo SHAHTOOSH
Questa fibra viene ottenuta da un’antilope tibetana conosciuta con il nome di Chiru. La sua lana è conosciuta per la particolare morbidezza, leggerezza e calore, tanto da poter essere filata molto sottile pur mantenendo la capacità termica.
Purtroppo la produzione di questa fibra spesso comporta anche la morte dell’animale; quindi a causa del pericolo di estinzione la produzione di tale filato è proibita dalla Convenzione sul Commercio Internazionale.
Fibre Vegetali
Sono tutte quelle fibre derivate dal trattamento di piante o semi da cui si ricavano dei fili utili alla realizzazione di tessuti.
Queste, in base alla parte della pianta che si utilizza, si suddividono in:
- fibre da foglie (sisal, abaca)
- fibre da semi (cotone, Kapok)
- fibre da stelo o liberiane (lino, canapa, juta, ortica)
- fibre da frutto (cocco)
Vediamo in dettaglio alcune caratteristiche delle principali fibre vegetali:
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Cotone
E’ forse la fibra vegetale più conosciuta ed utilizzata al mondo. Viene ottenuta dal seme della pianta di cotone che, trasformato in fiocchi, ripulito dopo vari passaggi di lavorazione e raffilatura, viene filato.
E’ una fibra particolarmente traspirante e morbida. Non tutti forse sanno però, che questa pianta necessita di un notevole fabbisogno idrico, è altamente soggetta all’attacco di parassiti ed infestanti, quindi necessita di trattamenti intensivi. Risulta pertanto essere un filato spesso non totalmente etico e poco sostenibile.
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Kapok
E’ una fibra molto simile al cotone, ma ancora poco conosciuta e diffusa; viene ricavato dai semi dell’albero del Ciba, molto diffuso in Sud America.
Questi alberi molto grossi producono dei frutti grandi come un grano di pepe, ricoperti da una folta lanugine somigliante al cotone, ma molto più leggera e calda. Viene infatti spesso definita “lana vegetale” .
Per la sua morbidezza e leggerezza, il Kapok, lo si utilizza principalmente per cuscini e imbottiture al posto della lana.
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Lino
Il lino è la più conosciuta di quelle che sono le fibre vegetali liberiane, chiamate così perché ricavate dallo stelo o libro della pianta. Il filo viene ricavato per sfibratura e macerazione dei fusti, ottenendo così un filato rinomato per la sua freschezza e durevolezza nel tempo.
Questa tipologia di filato è infatti adatto alla realizzazione di capi estivi resistenti all’usura, ma allo stesso tempo i capi sono freschi e traspiranti.
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Canapa
E’ una fibra ricavata dalla Canapa Sativa, facente parte della famiglia delle Cannabis. Il contenuto di THC (sostanza psicotropa tipica di questa famiglia di piante) è pressoché trascurabile, ma nonostante ciò la produzione e coltivazione è regolamentata da una Circolare Ministeriale.
Il filato che si ottiene è molto simile al lino ma con una mano leggermente più secca e ruvida.
Sembra che recenti studi la indichino come una delle fibre più ecosostenibili e meno inquinanti del pianeta: dalla pianta non solo si ottengono fibre tessili ma soprattutto cordame (per la sua resistenza all’acqua marina), olio alimentare, carta, semi e farine per alimenti.
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Ramiè
Il Ramiè o ramie è una fibra ottenuta da una pianta della famiglia delle orticacee, quindi sostanzialmente un’ortica.
E’ sicuramente una pianta tra le più ecosostenibili, ma il processo di lavorazione per ottenerne il filato è molto lungo e costoso. Il filato di ortica, per questo motivo, non ha avuto uno sviluppo ed un vasto utilizzo, se non in ambienti di nicchia e in piccole produzioni.
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Juta
E’ una fibra ottenuta dal fusto della pianta di Juta, particolarmente economica e biodegradabile.
A differenza del lino e poi della canapa, non ha la stessa morbidezza e lucentezza, infatti raramente viene utilizzata per tessuti o abbigliamento. L’unico uso che se ne fa nel vestiario è nella realizzazione di accessori che necessitano struttura, tipo cappelli o borse.
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Sisal
Questa fibra viene ottenuta dalle foglie della pianta della famiglia dell’Agave. E’ una fibra molto forte e resistente ma particolarmente rigida, tende infatti a spezzarsi con l’usura.
Il suo utilizzo principale è quello per realizzare corde, cinghie e tappeti.
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Rafia
La rafia è una fibra molto tenace, ottenuta dalle foglie della palma Raphia, tipica dell’Africa tropicale.
Questo filato molto resistente e flessibile viene utilizzato soprattutto per manufatti di artigianato e nella moda per la realizzazione di accessori.
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Minerali: un mondo tutto tecnologico
Tra le fibre naturali esiste una famiglia un po’ particolare: quella delle fibre ottenute a partire dal mondo minerale. Il loro utilizzo però rimane molto di nicchia o destinato a settori edili e/o tecnologici e nel caso di vestiario per l’abbigliamento tecnico. Le più conosciute sono:
- fibra di amianto: ottenuta dall’omonimo minerale, utilizzato (fortunatamente non più) principalmente in edilizia, con le conseguenze sulla salute ormai purtroppo risapute.
- fibra di carbonio: ottenuta dalla lavorazione del carbonio, utilizzata per tessuti tecnologici e all’avanguardia molto leggeri e resistenti.
- fibra di vetro: ottenuta da silicati, utilizzata per fibre tecnologiche.
In questi ultimi anni la ricerca nel settore tessile e dei filati ha portato allo studio di altre fibre vegetali innovative. Una di queste è la fibra di banana, sembra infatti avere delle caratteristiche molto valide nell’uso tessile ed una sostenibilità elevata.
Nel nostro paese, sull’onda di queste ricerche, si stanno testando delle fibre ottenute dalle arance. Il settore della ricerca si sta indirizzando, quindi, sempre di più verso fibre che siano sostenibili ed eco solidali.
Vantaggi e Svantaggi delle fibre naturali:
Tra i vantaggi che si possono annoverare per quanto riguarda le fibre naturali (siano esse vegetali che animali) sono:
- La totale biodegradabilità di tutti i filati naturali; caratteristica da non sottovalutare dato l’elevato inquinamento ambientale.
- Sono traspiranti, morbide e piacevoli al contatto con la pelle.
- Pur trasmettendo e contenendo calore, sono relativamente leggere.
Gli aspetti negativi o che comunque rendono queste fibre a volte poco appetibili sono:
- Il loro costo di produzione e lavorazione è tendenzialmente, a volte, molto più alto rispetto alle fibre artificiali e soprattutto sintetiche.
- Sono sensibili e patiscono gli agenti atmosferici, chimici e organici, come le muffe, terme ecc..
- Caratteristiche statiche e poco “innovabili”, nel senso che difficilmente si posso cambiare le caratteristiche tecniche di un filato; cosa che risulta semplice con le altre fibre, magari cambiando il procedimento chimico.
Fibre Artificiali
Le fibre artificiali sono tutte le fibre ottenute a partire da materie prime di origine naturale, principalmente la cellulosa, o in alcuni casi da proteine di piante e alimenti (vedi la fibra di latte).
Spesso vengono erroneamente confuse con le fibre sintetiche dove però l’origine delle materie prime è totalmente chimica.
Le fibre artificiali, come spiegheremo più avanti, si possono definire come Viscose.
Il metodo più comune di produzione infatti è quello della Viscosa: la materia prima (in genere una cellulosa di legno) viene immersa e disciolta in un bagno di sostanze chimiche che la rendono un liquido viscoso, simile al miele, che prende per l’appunto il nome di Viscosa.
A questo punto viene spinto a pressione attraverso una trafila forata e colata in un altro bagno chimico che indurisce il filamento viscoso creando così il filato.
Si ottengono così dei filati di lunghezza e calibri controllati.
Fibre Artificiali Più Comuni
La differenza principale dei queste fibre sta nelle materie prime e nel tipo di agenti chimici utilizzanti nei bagni. Vediamo le principali fibre più comuni in commercio:
- Rayon: è la prima fibra artificiale inventata dall’uomo, viene ottenuta dalla trasformazione della polpa di cellulosa del legno. Per le sue caratteristiche di lucentezza, morbidezza e drappeggio, veniva e viene utilizzata come sostituto della seta.
- Acetato: viene sempre ottenuta dalla cellulosa del legno, dove però per trasformarla si utilizza anche l’acido acetico. Molto utilizzata per la produzione di tute ginniche.
- Modal: è una viscosa ottenuta dalla cellulosa di faggio, è traspirante, leggera e fresca, morbida a contatto con la pelle.
- Lyocell (o Tencel): viene ricavata dalla cellulosa di eucalipto utilizzando dei bagni non tossici, quindi più ecosostenibile e meno inquinante delle altre fibre. E’ particolarmente morbida e lucente.
- Bamboo: ottenuto dalla pianta del bamboo è una fibra particolarmente traspirante ed ecosostenibile (sempre tenendo conto delle certificazioni di provenienza delle materie prime). Ha una particolare caratteristica antibatterica che la rende interessante per il vestiario dei bambini.
Ci sono tante altre fibre artificiali in commercio, che come detto, differiscono sostanzialmente per la materia prima o l’agente chimico utilizzato, tipo le fibre di latte, il ricino ecc..
Si può comprendere che, in ogni caso, le fibre artificiali non sono assolutamente comparabili a quelle naturali, in quanto la loro produzione va in qualche modo ad intaccare l’ecosistema; restano comunque un’alternativa migliore a quelle sintetiche.
Le certificazioni però, fortunatamente, garantiscono un controllo sulla produzione ecosostenibile e sull’eticità delle materie prime utilizzate e il trattamento dei bagni chimici.
Vantaggi e Svantaggi delle fibre artificiali
I vantaggi che si possono annoverare sono:
- Costi di produzione generalmente più bassi rispetto alle fibre naturali e spesso si utilizzando materiali di scarto di altre produzioni e non fatti appositamente per il filato. Di conseguenza il filato risulta meno costoso.
- Essendo le materie prime di origine naturale, sono meno dannose per l’ambiente rispetto alle fibre sintetiche.
- Le caratteristiche di traspirabilità e resistenza sono più stabili e durevoli rispetto ai filati naturali.
Gli svantaggi che si possono obiettare a queste fibre sono:
- Elevato inquinamento ambientale durante il processo di produzione se non viene adeguatamente controllato e certificato.
- Se non adeguatamente trattati i filati artificiali possono mantenere agenti chimici al loro interno e creare problemi di sensibilità e danni alla pelle.
Fibre Sintetiche
Le fibre sintetiche, totalmente inventate dall’uomo, sono dei materiali resi filiformi, ottenute a partire da una materia prima che generalmente è un derivato del petrolio. Queste fibre non esistono in nessun modo in natura.
Queste fibre, a causa della materia prima, il petrolio, gli agenti chimici e le riserve idriche utilizzate per la loro produzione e raffinazione, sono purtroppo altamente inquinanti e dannose per l’ambiente.
Vediamo in breve quali sono le principali fibre sintetiche utilizzate nel settore tessile, senza entrare nei dettagli chimici e processi produttivi che le differenziano:
- Nylon: è tra le prime fibre sintetiche inventate dall’uomo, noto per la sua resistenza, elasticità e durata nel tempo. Ha un basso potere di assorbimento dell’acqua, che ristagna sul tessuto, quindi se bagnato rimane umido. La fibra di Poliammide fa parte sempre delle fibre di nylon, cambia solo parte della molecola di partenza. Nonostante sia ingualcibile e indeformabile le sue fibre tendono a spezzarsi e tirarsi (snagging) e fare pilling.
- Poliestere: è, forse, tra i filati sintetici quello più economico e in qualche modo più ecosostenibile. Viene ricavato principalmente dal PET (lo stesso materiale delle bottiglie di plastica, del pile, ecc..) per lavorazione meccanica; la materia prima, quindi, spesso viene riciclata, fusa e ridotta in fibra. E’ molto resistente, leggero e durevole ai lavaggi. Non è igroscopico, quindi tende a trattenere all’interno l’umidità.
- Acrilico: è una fibra sintetica costituita principalmente da una sostanza chiamata Poliacrilonitrile (da qui il nome di acrilico). Tra le fibre sintetiche è forse quella dalla mano più simile ad una lana; è calda, leggera e resistente agli agenti atmosferici.
- Elastan: tra le fibre sintetiche è quella con la caratteristica di elasticità più elevata di tutte. E’ molto leggera e resistente, si adatta perfettamente al corpo. Come tutte le fibre sintetiche però ha una scarsa traspirabilità.
MICROFIBRA
Prima di andare a valutare i vantaggi e gli svantaggi di queste fibre vediamo di chiarire un aspetto poco conosciuto: cosa si intende per MICROFIBRA?
Sempre più spesso si sente parlare di filati e di tessuti realizzati con questa fantastica Microfibra; in realtà è un semplice e banale termine che tiene conto esclusivamente del titolo (quindi spessore) del filo!
Per essere definito Microfibra un filo deve per regola essere al di sotto di 10 micrometri, ma parlare solo di microfibra non ha nessun senso, in quanto bisogna sempre dire qual è la fibra sintetica di partenza.
Quindi si può parlare di microfibra di acrilico, di nylon o di composizione mista. Ma in ogni caso rimane pur sempre acrilico, nylon o altra fibra sintetica.
Fate attenzione quindi a chi vi propone microfibre naturali… NON ESISTONO!
Vantaggi e svantaggi delle fibre sintetiche
I vantaggi delle fibre sintetiche (a nostro avviso pochi in confronto agli enormi svantaggi) sono:
- Basso costo di produzione e quindi il relativo basso costo del filato.
- Durevole nel tempo e resistenza agli agenti atmosferici e organici.
- Caratteristiche variabili e migliorabili agendo con agenti chimici.
Gli svantaggi sono:
- Non sono biodegradabili.
- Non sono traspiranti, facilitando la proliferazione di batteri.
- Altamente inquinanti sia in fase di produzione e lavorazione che in fase di smaltimento.
- Sono sempre più spesso causa di allergie della pelle.
- Accumulano cariche elettrostatiche.
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