Gioielli eco-chic: creare bijoux da materiali di riciclo
Tra le tendenze del momento, in tema di accessori moda, “brillano” i gioielli eco-chic. A dimostrazione che, dai materiali più inaspettati possono nascere bijoux decisamente glamour. Scegliere gioielli realizzati con prodotti di riciclo significa fare una scelta consapevole per l’ambiente, senza rinunciare allo stile e all’eleganza. Continua a leggere se sei a caccia di idee e ispirazioni per i tuoi acquisti o per le tue prossime creazioni più sostenibili.
Gioielli eco-chic: la nascita del trend
Il trend dei gioielli eco-chic nasce dalla crescente consapevolezza dell’impatto sull’ambientale dell’industria della moda. Negli ultimi decenni, la produzione di massa con il cosiddetto fast fashion ha portato a un aumento significativo dei rifiuti e dell’inquinamento, in particolare dei paesi già più svantaggiati economicamente.
Documentari come “Textile Mountain“, uscito nel 2020 e girato tra il Kenya, Irlanda e Belgio, hanno avuto il merito di aprire gli occhi del grande pubblico dei consumatori sul tema del commercio dell’abbigliamento di seconda mano. Vestiti acquistati bulimicamente in Europa per essere indossati anche poche volte, quindi dismessi per essere introdotti nel Terzo Mondo in un mercato del second hand che però è tutt’altro che virtuoso. Interi container di “stracci” che vanno a riempire le discariche e finiscono poi nei corsi d’acqua del Sud del mondo. Di recente, anche il nuovo programma Rai di reportage “NewsRoom“, condotto dalla giornalista Monica Maggioni, se ne è occupato con una docu-serie in 4 puntate intitolata “Compra, indossa, butta“.
Di fronte a questa drammatica realtà, designer ma anche artigiani e consumatori hanno iniziato a cercare alternative più sostenibili. I gioielli realizzati con materiali di riciclo rappresentano una risposta creativa e innovativa a questa esigenza, dimostrando che la bellezza può nascere ovunque, persino dai rifiuti. Scopriamo nel concreto come.
Idee e ispirazioni per bijoux con materiali di riciclo
Qui su Be-A ti abbiamo già raccontato la storia di Pig’Oh, brand che realizza gioielli a partire da scarti di lavorazione o fondi di magazzino di origine elettrica e non solo. Un marchio che da Ferrara è riuscito a farsi conoscere anche fuori dai confini nazionali proprio grazie alla bravura dei soci Marco e Ilaria, capaci di fondere upcycling e artigianato con l’arte e il design.
A cavi elettrici, legno di scarto delle segherie e metalli di risulta da cantieri viene concessa una seconda vita: riassemblati in versione bijoux!
Allarghiamo ora il cerchio delle nostre conoscenze per scoprire altre realtà artigianali capaci di confezionare gioielli a partire da materiali di riciclo. Te le presentiamo subito.
Orologi vintage trasformati in ricordi “indossabili”
Tatiana Stoppa abita a nord di Milano ed è laureata in Scienze ambientali, studi che tradiscono una certa sensibilità nei confronti della bistrattata Terra che ci ospita. Da sempre appassionata di meccanica e vecchi orologi, da oltre una decina di anni, con la sua attività artigianale Artedì li recupera per trasformarli in originali bijoux.
«Per formazione e per passione non riesco ad immaginare possa esserci una parola fine – spiega Tatiana – per cui quel che ho sempre fatto è stato guardare oltre agli oggetti, destinandoli ad altri utilizzi. Ho sperimentato l’utilizzo di differenti materiali di scarto (cd, dvd, matite colorate, plastiche, pvc, camera d’aria, puzzle, chiavi, pennini, stoffe, bottoni, cerniere, …) che avevano apparentemente concluso il loro ciclo di vita. Poi, un giorno, dal fornitore dove acquistavo il filo metallico, c’era una scatola con dei vecchi quadranti in ottone. Ne ho acquistato un piccolo quantitativo, che per un lungo periodo ho guardato con diffidenza, ma dopo aver scoperto il vero potenziale degli orologi e delle sveglie non ho mai più smesso di ricercarli, smontarli, catalogarli e rielaborarli per realizzare collezioni di gioielli steampunk chic».
Tatiana ritira stock da cessate attività, oppure fa scorta girando per mercatini di antiquariato e usato. Raramente acquista online. Poi suddivide i pezzi: ci sono quelli più di pregio e ancora in buone condizioni, ed altri più malconci, deteriorati. In base al grado di conservazione e marchio decide se e come smontarli, ripulirli, decorarli, resinarli per ridar loro la lucentezza perduta.
Oltre a creare collezioni dettate dal suo gusto personale, come in stile steampunk, realizza pezzi su ordinazione anche rielaborando oggetti del committente. Un esempio può essere l’orologio appartenuto a un parente, al nonno, che poi viene suddiviso con creatività da Tatiana per dare origine a più bijoux da redistribuire tra i nipoti.
Parte da sveglie, orologi, piccoli utensili, bocchette di serrature, chiavi e pennini e li trasforma in collezioni donna, uomo ed unisex, in pezzi unici e serie limitate di orecchini, collane, ciondoli, bracciali, anelli, gemelli, spille, spilloni.
Bijoux di design riciclando il plexiglass
Dal gusto nostalgico-retrò di Tatiana ci proiettiamo ora nello stile più futuristico-space age di Laura che con il suo brand Le Fou Bijou propone accessori in plexiglass di recupero, alluminio e bolle di vetro.
Torinese, Laura ha una formazione in Moda e Costume. Il design dei suoi gioielli è geometrico, leggero. «Nella mia ricerca e sperimentazione attraverso le linee, i colori e i materiali mi sono imbattuta nel plexiglass ed è stato amore a prima vista – racconta -. Si tratta di un materiale polimerico lucido e trasparente, dall’aspetto minimal e moderno, che grazie alle varie lavorazioni può essere tagliato, bucato o satinato per renderlo opaco, permettendomi così di sbizzarrirmi con infinite possibilità».
Laura recupera le lastre di plexiglass principalmente grazie a un amico che lavora questo materiale per grosse aziende, producendo diversi scarti che sono anche una tipologia di rifiuto non semplice da smaltire. I bijoux vengono tagliati a laser dalla stessa azienda che rifornisce Laura, che poi li rifinisce con il trapano a colonna o, come per l’anello che puoi vedere in foto sotto, con l’inseparabile pistola termica per modellarli.
Collane e borse intrecciando a mano lacci e coulisse
Emanuela Margonari, in arte Ema, di Mantova, da ormai 20 anni ha iniziato a intrecciare a mano – senza l’ausilio di ferri o uncinetti – e non si è più fermata. Materiali di recupero come i lacci delle scarpe, le coulisse di felpe e pantaloni, cerniere ecc., tutti esuberi di produzioni aziendali inutilizzati ma ancora nuovi che trovano così nuova funzione e vita.
Dall’intreccio manuale di Ema prendono forma collane, borse, ma anche cappelli, sciarpe, coprispalla, abiti dall’elevato valore artistico, non solo artigianale. Tutti pezzi unici e irripetibili. Molto stilosi, non convenzionali: adatti a chi piace anche osare.
«Se fossero progetti ripetibili – sottolinea Emanuela – non sarebbero più così sostenibili. In questo genere di creazioni non esiste l’errore, ma solo un’altra possibilità. Oltre a creare, mi piace insegnare e condividere l’arte dell’intreccio manuale che ritengo una sorta di terapia: mentre si annoda con le mani, è come se si sciogliessero i nodi delle difficoltà che si presentano nelle nostre vite».
Bijoux sostenibili con cerniere di scarto
Le Cernierine Bijoux è un progetto di upcycling ideato dalla bresciana Paola Cavalli che regala nuova vita a cerniere di scarto che con grande maestria trasforma in bracciali, orecchini, anelli e spille.
«Vedendo come le fabbriche di cerniere gettano nei rifiuti chilometri di materiale ancora in buono stato – spiega – mi sono chiesta come questo prodotto potesse essere riutilizzato evitando tale spreco».
Delle cerniere Paola utilizza tutto:
- i fili interi per i braccialetti, spille e collane;
- i cursori per gli orecchini;
- i dentini di scarto delle lavorazioni, per creare colorati coriandoli di cerniere;
- i tessuti ritagliati intorno alle cerniere, per realizzare i fiocchetti del packaging.
«La personalizzazione è ciò che piace ai miei clienti – aggiunge Paola – che cercano un bijoux unico, sia nei materiali che nella forma».
Brand di design che creano gioielli eco
Non solo il mondo del piccolo artigianato locale, la sostenibilità si impone ormai anche nel panorama della gioielleria tra i brand di rango. Di seguito una selezione di alcuni progetti che hanno puntato sul riciclo.
Gioielli eco-tech
ByLudo è un brand di gioielleria eco-tech fondato nel 2008 dall’architetta e designer Ludovica Cirillo che già 15enne creava bijoux originali a partire da componenti tecnologici dismessi. Di recente le sue creazioni sono state esposte prima a Tokio e poi a Roma, nella mostra personale intitolata “Precious Waste“.
Posate diventano bijoux di lusso con l’upcycling
La stilista Marine Serre, dell’omonimo marchio francese, già tra le pioniere dell’upcycling nel mondo dell’alta moda, ha lanciato nel 2022 la collezione “Fichu pour fichu” (dal francese “rovinato”, “da buttare”), una linea di gioielli realizzati con utensili da cucina.
Le estremità delle posate sono usate come forti pezzi centrali per orecchini a clip o collane, mentre i loro manici sono stati riciclati in bracciali. Un’altra gamma di gioielli dona poi nuova vita a una selezione di conchiglie, perle, pezzi di legno e perle di vetro smerigliato raccolte nel corso degli anni in tutto il mondo. Mescolati con catene d’oro e cabochon lucidi, i portafortuna evocano un’estetica sciamanica post-apocalittica.
Gioielli-scultura dagli scarti di pelle e ottone
SO-LE STUDIO è il marchio fondato da Maria Sole Ferragamo (erede della nota dinastia fiorentina di stilisti) con la missione di trasformare materiali di scarto come pelle e ottone in gioielli scultorei.
Il suo quartier generale creativo si trova a Milano, dove è presente anche un flagship store, mentre la produzione rimane in Toscana. La collezione “Trucioli” ad esempio propone orecchini realizzati con trucioli di ottone emessi dal tornio, placcati oro o palladio e smaltati a mano. La linea “Leather“, invece, propone anelli, orecchini, collane ed accessori, borse comprese, realizzati con pelle italiana riciclata dagli artigiani in Toscana.
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A cura di Gloria Cesarotto | Giornalista, Blogger, Podcaster e Youtuber di Casa con Svista
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