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Mostra Pop Air al Balloon Museum: l’aria diventa opera d’arte

Si può scolpire l’aria e farne un’opera d’arte? A quanto pare, per gli artisti del Balloon Museum, si può. Di che si tratta e come ha incrociato la mia strada questa disciplina artistica? Te lo racconto qui e ti spiego i dettagli della mostra d’arte gonfiabile più famosa al mondo, Pop Air-Balloon Museum, in programma anche a Milano.

Un adolescente a Parigi

Quest’estate ho deciso che era arrivato il momento di far vedere a mio figlio di 15 anni Parigi. Hai capito bene, è in piena adolescenza. Ora, nei miei sogni, andare a Parigi significava entrare ed uscire da un museo o un monumento, e concludere le mie giornate in qualche romantica brasserie. Ma chiaramente dovevo fare i conti con l’essere ingrugnito e malmostoso che mi stavo trascinando dietro.

C’è chi dice che Internet abbia un’anima, e proprio il web mi è venuto in soccorso mentre mi sforzavo di buttare giù un programma per le giornate parigine che fosse appetibile anche per un adolescente. All’improvviso mi sono apparse delle stories in Instagram che hanno acceso una lampadina nella mia testa: strani pupazzoni colorati, bolle di sapone, miliardi di palline in una piscina gigante e gente di tutti i tipi e tutte le età che si divertiva un mondo in mezzo a tutto questo gioioso caos. Di che si trattava?

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Cupid’s Koi Garden di Studio Eness all’ingresso del Parc de la Villette

Pop Air, la mostra itinerante dedicata alla Balloon e Inflatable Art

Si trattava di Pop Air, una geniale mostra interattiva a cura di Balloon Museum, un gruppo di artisti e collettivi che hanno scelto la Balloon e l’Inflatable Art come forme d’espressione predilette.

Questa mostra è itinerante. Con oltre otto milioni di spettatori, è stata prima a Roma, poi a Parigi, presso il Parc de la Villette, dove ho potuto per l’appunto visitarla, e ora a Milano, per l’esattezza dal 23 dicembre 2022 fino al 12 febbraio 2023, negli spazi di Superstudio.

La Balloon e l’Inflatable Art in mostra a Pop Air: ma cosa sono?

La Balloon Art consiste nell’assemblaggio e nella modellazione dei palloncini per creare forme e sculture di tutti i tipi. È una vera e propria forma d’arte che si apprende in molti anni di esperienza sul campo. Ha persino una sua certificazione professionale, la CBA (Certified Balloon Artist), rilasciata da Qualatex,  uno dei più importanti produttori al mondo di palloncini, per altro biodegradabili al 100%.

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Silenus by Max Streicher

L’Inflatable Art ha invece le sue origini nella Pop-Art, da cui ha ereditato molte delle sue peculiarità. Innanzitutto la scelta dei soggetti, l’oversize e i colori squillanti. Mi riferisco alle gigantesche sculture di Claes Oldenburg, ad esempio, fra cui anche il famoso ago e filo, omaggio alla Moda, davanti alla Stazione di Cadorna di Milano. Oppure la serie dei Balloon Dogs in acciaio inox di Jeff Koons. 

La voglia di stupire, di divertire, ma anche di criticare il mercato dell’arte e la società dei consumi di massa, seppur con leggerezza, sono altre caratteristiche che l’Inflatable Art ha ereditato dalla Pop-Art.

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Franco Mazzucchelli, il più grande artista italiano di Inflatable Art

La  vera macro differenza con il movimento artistico degli anni ’50  sta nei materiali utilizzati. Acciaio e resine per la Pop Art, aria per l’Inflatable Art.

Aria?

Possiamo dire che sin dagli anni ’60 gli artisti si sono interrogati sulla risorsa maggiormente presente in natura, l’aria, e sui modi con cui utilizzarla, in una declinazione decisamente pop.  Da sempre essa rappresenta uno degli elementi che più affascina artisti e designer per le sue caratteristiche ingannevoli, la sua capacità di dare vita a oggetti al contempo pieni e leggeri, collocabili rapidamente in qualunque luogo e direttamente fruibili dalle persone. Con le opere gonfiabili si possono creare interi mondi o “performance-sculpture” e cioè ambienti completamente gonfiabili e totalmente immersivi, molto coinvolgenti dal punto di vista emotivo per lo spettatore.

 

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Knot di Cyril Lancelin

Certamente, proprio per l’impalpabilità di un materiale come l’aria, i livelli di lettura di queste opere d’arte sono molteplici: dal più ludico al più politico.

Penso ad esempio alle sculture gonfiabili che Franco Mazzucchelli realizzava  in spazi pubblici – dalle periferie fino ai parchi urbani – per esprimere il suo dissenso per la mercificazione dell’arte contemporanea. Oppure a Rubber Duck, l’enorme papera gialla gonfiabile, progettata dall’artista olandese Florentijn Hofman, per il Sidney Festival in Australia. “Viviamo tutti sullo stesso pianeta – ha detto Hofman – e le acque rappresentano la nostra vasca da bagno. La mia papera unisce idealmente tutto il mondo, per un grande bagno collettivo”. Infine penso alle installazioni super giocose con le creature tenerissime dei Friends with you.

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I Ginjos con cui giocare dell’artista Rub Kandy

Un adolescente a Parigi, parte 2

Ma ritorniamo al mio adolescente malmostoso. Quando gli ho fatto vedere i biglietti di Pop Air, il solco delle sopracciglia si è indurito, e io sapevo perfettamente cosa volesse dire: “Oh no, mia madre mi porta a vedere l’ennesima mostra!” . Eravamo in fila all’ingresso: tutto era ben organizzato con turni e orari, perché dentro gli spazi di Balloon Museum, ahimè!, non si può restare all’infinito. Ma già dalla prima sala, con la gigantesca installazione Cupid’s Koi Garden del collettivo Eness, ho visto finalmente il tanto agognato sorriso dipingersi sul suo viso (ed è durato incredibilmente per tutta l’ora e mezza di visita).

In fin dei conti mio figlio aveva ragione: si trattava di una mostra d’arte, per tutti i motivi elencati sopra, ma è altrettanto vero che l’allestimento parigino di Pop Air-Balloon Museum era dinamico, ludico, coinvolgente, pensato apposta per creare un dialogo aperto ed emotivo con il pubblico. Insomma, la parola d’ordine era giocare, saltare, ridere, stupirsi, tornare bambini e sprofondare nelle opere. Come comanda, per l’appunto, l’Inflatable Art.

E così siamo stati contentissimi entrambi.

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Hypercosmo, by Hyperstudio

Spoiler Alert

Quello che ho visto a Parigi sarà più o meno (salvo per qualche differenza di alcune opere create ad hoc per gli spazi di via Tortona) quello che troverai al Baloon Museum di Milano. Tanto della bellezza di Pop Air sta nella sorpresa che ti coglierà di sala in sala, perciò non voglio descriverti  tutte le 18 installazioni che incontrerai.

Ti dico solo alcune cose: la seconda sala del percorso è fantastica, e riderai come non facevi da tempo. Si tratta di Hypercosmo, by Hyperstudio in collaborazione con il duo Quiet Ensemble, che ne firma la performance multimediale. Potrei dirti che è una gigantesca piscina di palline, ma sarebbe riduttivo, per tutto quello che ti ho già raccontato.

Più avanti, non mancherà una sala interamente dedicata alla Ballon Art, costituita da diversi set  in cui poter fare incetta di selfie, foto ricordo e stories per Instagram. Quindi non fare come me: vestiti con cura e sistemati ben bene i capelli prima di visitare Pop Air.

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Infine, per deformazione professionale, una delle installazioni che ho amato di più è stata ADA: una stanza ricoperta di tele in cui rotolava un grande pallone trasparente, gonfiato con elio e ricoperto di aculei di carbone, con il quale il pubblico era invitato a giocare. I carboncini, mentre le persone si passavano la palla, tracciavano casualmente sulle pareti, sul soffitto e sul pavimento dello spazio dei segni, generando così un’opera d’arte collettiva.

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Il candy shop

Al termine di una mostra così, certo non ci si può aspettare un book shop tradizionale. E infatti a Parigi (e ci sarà anche al Balloon Museum di Milano) a chiudere il percorso c’era un coloratissimo bar e candy Shop, giusto per stimolare anche il senso del gusto, oltre a quello del tatto e della vista.

Non voglio svelarti di più! Aggiungo solo qualche informazione pratica.

Informazioni pratiche

Pop Air-Baloon Museum sarà allestita negli spazi di Superstudio Più, in via Tortona 27, dal 23 dicembre 2022 al 12 febbraio 2023, con aperture straordinarie il 24, il 25 e il 31 dicembre, ma anche il primo gennaio. Gli orari di apertura andranno dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 19; sabato dalle 9 alle 23, mentre domenica dalle 9 alle 21. Non è esattamente economica come mostra: i biglietti costano 20 euro per gli adulti e 14 euro i ridotti, fino all’8 gennaio. Dal 9 questi prezzi resteranno invariati solo nei festivi, mentre i giorni feriali il costo scenderà a 18 e 10 euro. Calcola circa un’ora e mezza di visita. A Super Studio Più arrivi a piedi, partendo da Porta Genova, MM2 fermata Porta Genova.

La mostra è adatta ad un pubblico di qualsiasi età (escluso gli 0-3 anni).

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