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Pensati Queer: la Biennale d’Arte che punta all’Inclusività

QUEER è un termine della lingua inglese che tradizionalmente significa “eccentrico” o “insolito”. Si pensa possa essere connesso all’avverbio tedesco quer, che significa “di traverso”, “diagonalmente”.

A ben pensarci, in questo termine si cela il vero intento di Adriano Pedrosa, il curatore di questa 60esima Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, la Biennale 2024.

Pedrosa non è solo dichiaratamente queer, ma è anche dal 2014 il Direttore Artistico del Museu de arte de São Paulo del Brasile, e dunque vive e lavora in quello che potremmo chiamare il SUD globale del mondo. Semplificando al massimo potrei dirvi che gli artisti scelti per questa Biennale hanno lo scopo programmatico di mettersi “di traverso” alla cultura artistica imperante del NORD globale del mondo, e dunque anche del suo mercato. A lungo lontani dai canoni dell’arte occidentale, dalla quale sono stati quasi sempre esclusi, essi sono stati cercati e scelti da Pedrosa soprattutto fra i nativi, gli indigeni, di nazioni quali l’Africa, il Sud America e l’Oceania. Essi vengono anche genericamente definiti artisti della “FIRST NATION.”

foto biennale d'arte venezia 2024
Ph Giuliana Donati

Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere

Questo è il titolo di questa edizione della Biennale d’Arte 2024. “Stranieri ovunque” è la scritta luminosa al neon che ci accoglie all’ingresso dell’Arsenale, e che si ripete in tutte le lingue del mondo sotto le capriate delle Gaggiandre. Si tratta un’opera del duo artistico Claire Fontaine, più conosciuto per un certo femminismo di tendenza e la lotta al patriarcato. Per intenderci, sono gli stessi che hanno collaborato con Dior alla realizzazione della famosa stola “Pensati libera indossata da Chiara Ferragni durante il Festival di Sanremo 2023.

Forse una scelta un po’ “furba”, per un’esposizione che ha però uno scopo molto serio: puntare i riflettori su tutto ciò che è considerato “straniero”, e cioè outsider, emarginato, strano, immigrato, espatriato, rifugiato, esiliato, fluido e anche folle. Insomma tutto ciò che il gusto comune occidentale tende a rifiutare e a relegare ai margini.

Biennale d'arte venezia 2024
Ph Giuliana Donati

 

Una Biennale “snella”

Se con “Il latte dei Sogni”, la Biennale 2022 curata da Cecilia Alemani, eravamo stati sopraffatti dal quantitativo di opere, dobbiamo riconoscere un secondo merito a Pedrosa: aver snellito moltissimo l’esposizione d’arte. Sono 43 i paesi partecipanti e 331 fra artisti e collettivi che espongono le loro opere all’Arsenale e ai Giardini. Ma chi come me, ha esigenze di tempo, riesce tranquillamente a visitare la Biennale d’Arte in un fine settimana. Perdendo però tutte le mostre in città, correlate all’Esposizione Internazionale d’Arte 2024.

Come per la precedente edizione, poche sono le video opere. Al contrario c’è tantissima artigianalità nei lavori esposti: carta, tessuti, fili, vetro, rubbish, perline, batik. Materiali spesso poveri, che fanno sorgere una domanda: è una scelta programmatica, di ritorno appunto alla semplicità dell’arte nativa, o una scelta di necessità, data dal possibile gap economico fra un artista “occidentale”  e un artista del sud del mondo?

Genderqueer

Ph Giuliana Donati

Negli anni Novanta è stato coniato il termine genderqueer, una sorta di specifica del più generico queer, di cui vi ho parlato sopra. Indica tutti coloro che non si riconoscono in un unico genere definito o non riconoscono in generale il concetto stesso di identità di genere binaria. Fra le opere esposte ce ne sono molte che fanno riferimento anche alla fluidità di genere. L’esempio più kitsch di tutti? Il padiglione della Svizzera. Il più riuscito in assoluto? Il padiglione degli USA, che avrebbe meritato ancora una volta il Leone d’Oro (ma lo aveva già vinto nella precedente edizione).

Biennale d'arte venezia 2024
Ph Giuliana Donati

Ammetto che le opere più riuscite in tal senso, vengono tutte dal NORD globale, e per chi conosce la questione dei diritti LGBQT+ è abbastanza scontato: sono 70 i Paesi del mondo in cui è illegale essere omosessuali, e, guarda caso, molti sono nel SUD globale.

Una Biennale LGBQT+?

Queste genere di opere sono onestamente le più vitali ed interessanti dell’esposizione, tanto che la domanda che mi sono posta è stata: ma perché non pensare a tutta una Biennale genderqueer?

biennale d'arte venezia 2024
Ph Giuliana Donati

La risposta é semplice: l’intento di Pedrosa era dar voce, come detto sopra, ad un mondo artistico completamente diverso da quello a cui siamo normalmente abituati, non solo quello genderfluid, che, dove può esprimersi liberamente (vedi gli USA), gode di buona salute.

È un intento quasi pedagogico, questo si avverte, e dopo un po’ è stancante. Le opere scelte, infatti, non sono tutte dei capolavori, ma stravolgono l’ordine a cui siamo stati abituati da sempre, mettendo in primo piano chi è stato relegato fino ad ora ai margini. Gli effetti si intravedono già nel nostro mercato dell’arte.

Possiamo dunque affermare che “Stranieri ovunque” è riuscita nell’impresa di spingere il confine un po’ più in là, mettendo una volta per tutte l’Occidente di fronte alle reali proporzioni del mondo e costringendo noi visitatori a pensarci, almeno per qualche ora, queer, a guardare il mondo globalizzato in cui siamo immersi con altri occhi.

E non è questo lo scopo dell’arte: disturbare, far riflettere, porre domande? Ovvero mettersi “di traverso”?biennale d'arte venezia 2024

I padiglioni da non perdere

Come scritto sopra, non tutto è convincente in questa Biennale 2024, ma alcuni padiglioni sono, secondo me, imperdibili:

Consigli utili prima di visitare la Biennale d’Arte

Eccoti alcune informazioni pratiche sulla Biennale:

  • Hai tempo fino al 24 novembre 2024
  • Il costo intero del biglietto che permette 1 solo ingresso sia ai Giardini che all’Arsenale è di € 30, per gli studenti-under 26 € 16 e per gli over 65 € 20; fino ai 6 anni l’ingresso è gratuito
  • Se vuoi dormire a Venezia devi muoverti con largo anticipo sulle prenotazioni (a meno che tu non abbia la fortuna di conoscere qualche veneziano autentico che ti ospita)
  • Contributo di accesso a Venezia, in vigore da quest’anno. Controlla qui prima di partire
  • A Venezia sono sempre necessari scarpe comode e borraccia: l’acqua è un bene prezioso in città

 

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