Guida agli origami: tutto quello che devi sapere
Origami croce e delizia
Se stai leggendo questa mini guida, sono sicura che almeno una volta nella vita hai provato a piegare origami. Che sia andata più o meno bene, che ti abbia dato soddisfazione o ti abbia causato vari gradi di nervosismo, sappi che dopo aver letto questa mini guida, sarai in grado di affrontare video tutorial e istruzioni varie con maggior sicurezza ed entusiasmo. Garantito!
Questa guida è rivolta a tutti coloro che desiderano avvicinarsi all’arte dell’origami. Che tu sia alle prime armi o abbia maturato già un po’ di esperienza a riguardo, sarà una lettura interessante e un validissimo strumento per imparare ad orientarsi tra le infinite risorse gratuite del web.
Ma andiamo per ordine…
Il termine origami e la sua storia
Come ormai tutti sanno origami è una parola giapponese che significa piegare la carta e si riferisce all’insieme delle tecniche attraverso le quali è possibile piegare fogli di carta per ottenere figure di animali, fiori, scatole, solidi geometrici e molto molto altro ancora.
L’origami puro imporrebbe fogli di forma quadrata e l’assoluto divieto di utilizzare forbici e colla. Io stessa mi ritengo una purista, ma di tanto in tanto mi concedo qualche eccezione e infrango qualche regola. Esistono infatti modelli molto semplici, adatti anche ai bambini, che vale la pena di non escludere a priori.
La storia degli origami è una storia antichissima. Nascono in Giappone come piccoli oggetti rituali utilizzati nella cornice sacra dei rituali religiosi shintoisti. Ogni forma aveva un preciso significato, veicolava un messaggio o un augurio particolari, ma attenzione, la parola ‘origami’ non era ancora stata inventata.
Infatti, per quanto possa sembrare strano, è stato soprattutto grazie al contributo della civiltà ottocentesca occidentale, se gli origami sono diventati quello che sono oggi. Facciamo un passo indietro. La patria della carta è la Cina, dove viene inventata nel 105 d.C., arriva poi in Giappone circa mezzo secolo dopo, ma saranno gli arabi a diffondere l’utilizzo di questo materiale in Europa attraverso Spagna e Italia. Origami sembra essere proprio la traduzione dello spagnolo papirolfexia o ancora del tedesco papierfalten.
Per approfondire la storia delle origini e della diffusione di questa antica arte, ti consiglio di leggere il mio articolo dal titolo ‘Origami tra mito e realtà’ a QUESTO LINK.
Dunque sono stati gli europei a comprendere il potenziale più ampio delle tecniche di piegatura, ad inventarne di nuove e ad ampliarne di conseguenza il ventaglio di applicazioni.
Ma allora perchè la patria dell’origami è il Giappone?
Te lo spiego subito…
La patria dell’origami è il Giappone, perchè come abbiamo visto, le prime testimonianze di carta piegata a scopo simbolico le hanno inventate in Giappone, ma non è solo per questo. La vera ragione probabilmente è che è stato proprio un giapponese a creare il primo sistema di notazione universale delle pieghe, ovvero tutti quei simboli che indicano i procedimenti, le tipologie di pieghe, in pratica i passaggi nelle istruzioni origami. Sto parlando del grande maestro Akira Yoshizawa, colui che ha inventato circa 50.000 modelli origami e che ha reso una tradizione antica, segreta e anche un po’ dimenticata, una pratica universale per il divertimento di grandi e piccini. Un’attività di intelletto che è anche capace di indurre al rilassamento, alla distensione, manuale e mentale, versatilissima nonché adatta a tutte le età. Il suo lavoro è l’anno zero degli origami. Il padre dell’origami moderno è lui e nient’altro che lui.
Come è facile intuire oggi esistono centinaia di autori provenienti da ogni parte del mondo dando vita a una vastità tale di modelli, figure e livelli di difficoltà neppure immaginabili. Esistono modelli di origami di qualsiasi cosa siamo in grado di pensare come essere umani. E per ciascuna di questi elementi, oggetti, animali, eccetera, ne esistono decine e decine di versioni. Quindi potenzialmente potremmo piegare origami differenti lungo tutto l’arco della nostra vita.
Una vera fonte rinnovabile del divertimento!!
Gli strumenti fondamentali
Non c’è pratica tecnico-artistica che non abbia dei materiali e degli strumenti di riferimento adeguati, ma è bene porre l’attenzione sul fatto che per piegare origami non servono materiali costosi, ne tantomeno strumenti particolari, ciò che serve è un luogo ben illuminato, delle istruzioni ben realizzate e qualche foglio di carta. Niente più di questo. La vera spinta poi la daranno come sempre la curiosità, la voglia di sperimentare cose nuove, la concentrazione, la cura e la creatività. La manualità si perfeziona con la pratica!
Ecco la lista del materiale di base:
– FOGLI DI CARTA KAMI GIAPPONESE 15×15 cm (la vera carta da origami nel formato giusto per iniziare e più facile da reperire sul mercato italiano) > LINK
– UN PIEGA CARTA facoltativo, solitamente di osso o bambù, per aiutarti a imprimere le pieghe con facilità.. ma le tue dita e unghie sono assolutamente in grado di farlo anche da sole > LINK
Libri di origami
La carta al giorno d’oggi è piuttosto facile da trovare online, quello che è più difficile reperire sono invece delle buone istruzioni in italiano.
Se conosci l’inglese, lo spagnolo o il giapponese (per citare le tre lingue più diffuse in questo settore) non avrai difficoltà a trovare pubblicazioni per tutti i gusti e i gradi di difficoltà. Per chi invece non ha dimestichezza con le lingue straniere non è semplicissimo trovare libri ben fatti, con disegni e istruzioni chiari e comprensibili. Purtroppo.
Ricordati però che i disegni invece sono un linguaggio universale, è proprio quello il bello dei diagrammi origami. Hai un libro in giapponese e poi comunque seguire le istruzioni.
A questo proposito ecco per te un breve elenco di libri, testati e approvati da me medesima, che vi garantiranno una facile comprensione:
- ‘Il grande libro degli origami tradizionali giapponesi’ di Francesco Decio
- ‘Origami straordinari’ di Nick Robinson
- ‘L’arte degli origami’ di Akira Yoshizawa
- ‘Guida completa agli origami’ di Ashley Wood
A mio parere questi quattro volumi sono le pubblicazioni più recenti e meglio riuscite in lingua italiana! Provare per credere!
Un’alternativa alla carta stampata e ai disegni geometrici sono gli ormai noti video tutorial online. Come per i libri anche qui è possibile imbattersi in contenuti realizzati in modo eccellente, oppure al contrario, in contenuti di scarsa qualità che non rendono il contenuto del video fruibile con successo dagli utenti. Fai molta attenzione a non confondere contenuti professionali con contenuti amatoriali, perchè possono trasformarsi in un ostacolo più che in un aiuto.
Di seguito ho stilato una breve lista di canali YouTube testati e approvati da me medesima, che ti garantiranno una facile fruizione (parti sempre dai video di durata più breve):
Consigli pratici per realizzare i tuoi origami
Avrai capito che per imparare a piegare origami ci sono sostanzialmente due strade:
– per imitazione di qualcuno che svolge i passaggi e che ti illustra cosa e come tradurli sulla carta, in presenza o attraverso dei video;
– attraverso la lettura delle istruzioni fatte di disegni, simboli e testo scritto, i diagrammi.
Entrambe le strade sono valide, purchè si scelgano delle risorse di qualità.
Che tu scelga di sfruttare il web o che scelga di acquistare libri e imparare a leggere i disegni autonomamente, ti illustro quali sono secondo me alcune buone pratiche da seguire per ottenere dei modelli ben fatti:
1) Mantieni le tue mani pulite e asciutte.
2) Lavora su un piano liscio, rigido e altrettanto pulito.
3) Lavora in un ambiente ben illuminato.
4) Piega il foglio con precisione e senza fretta.
5) Ripassa le pieghe con le unghie o altro strumento.
6) Dopo ogni piega riporta il modello nella posizione illustrata dalle istruzioni.
7) Segui attentamente i passaggi e osserva anche sempre i disegni successivi per capire meglio il risultato a cui devi arrivare.
La carta da origami
La vera carta da origami giapponese si chiama kami, che significa carta. Puoi trovarla online cercando ‘kami paper’ o ‘carta kami’.
Esistono diversi tipi di carta kami divisi per dimensione e colore. I formati standard più comuni sono il 15×15 cm, il 17×17 cm e il 20×20 cm, seguono formati maggiori. Ne esistono poi anche di più piccoli, come il 10×10 cm, il 7,5×7,5 cm e il 5×5 cm. Come scritto sopra nella sezione materiali e strumenti consiglio di procurarsi il 15×15 cm, formato che si presta alla piegatura della maggior parte dei modelli di medio-bassa complessità e da cui potrai ricavarti i formati più piccoli.
La carta kami è una carta sottile ma tenace, ciò vuol dire che si presta benissimo ad essere piegata, non si strappa ma allo stesso tempo non oppone troppa resistenza con spessori troppo consistenti.
La sua caratteristica principale, quella che la distingue dalla carta da origami generica, anche se in formato 15×15 cm (che ti sconsiglio caldamente di usare), è il fatto di essere di due colori diversi sulle due facce. Da un lato è bianca e dall’altro monocolore o fantasia. Questa qualità è cruciale quando si piegano origami, perchè è grazie a questa sua dualità di colore che è più facile orientarsi nel corso della sequenza di piegatura, comprenderne con più facilità i vari passaggi, l’orientamento del foglio, le rotazioni e grazie alla quale è anche possibile conferire delle qualità cromatiche al modello, come il colore del becco ad un uccellino o la pancia bianca ad un pinguino. La carta kami è la sola vera carta da origami. Diffida delle imitazioni!
Naturalmente esistono molti altri tipi di carta, giapponese e non, che si prestano ad essere piegate, in modi e per scopi diversi. Per i più esperti è possibile cimentarsi anche con carte molto pesanti o molto leggere, che possono essere anch’esse piegate con le dovute accortezze e con le tecniche adeguate.
I diagrammi: segni e simboli
Come accennato in precedenza il diagramma di un origami non è altro che l’insieme dei disegni geometrico-descrittivi che illustrano, passo dopo passo, la serie di pieghe e contropieghe da eseguire per realizzare una figura.
Per leggere i diagrammi dei modelli è necessario saperne riconoscere la simbologia convenzionale, sarebbe a dire studiarne il linguaggio, l’alfabeto.
Prima della diffusione di questa notazione convenzionale, si faceva affidamento alla sola didascalia che accompagnava il disegno. Poche buone parole possono risparmiarci di tracciare qualche disegno e risultano comunque utili alla sua più completa comprensione, ma ad essere ancor più eloquenti sono tuttavia i segni e simboli, si tratta soprattutto di frecce e linee.
Il numero dei simboli è ampio e variabile a seconda del segno grafico che gli autori decidono di adottare. Confrontando diagrammi di autori diversi si possono trovare varianti di uno stesso simbolo, ma vi garantisco che una volta fatta un po’ di pratica esso rimarrà comunque riconoscibile.
É un fenomeno analogo a quanto capita nella scrittura a mano libera: ciascuno di noi ha la propria calligrafia, il proprio modo di tracciare ad esempio la lettera ‘a’ su un foglio. Ma per nostra fortuna adottiamo un sistema di simboli universale, che in questo caso è composto dalle lettere dell’alfabeto. Esse, come altri simboli, altro non sono che un codice. Ognuno ha il suo modo di disegnarlo, ma per sua natura una ‘a’ rimarrà sempre una ‘a’ anche con le sue miliardi di varianti.
Nell’immagine che segue l’elenco dei principali simboli e del loro significato.
Si trovano sempre anche all’inizio di ogni buon libro di origami e spiegano quale passaggio compiere e su quale porzione di foglio.
Le basi
Esistono delle forme di base, dette appunto ‘basi’ che si ritrovano nelle fasi iniziali o anche in altri punti della sequenza. Esse possono essere definite come degli schemi fondamentali da cui partire per la costruzione di una figura.
Ogni origami nasce da una forma base, perciò l’evoluzione della complessità di queste forme di base, porta a figure sempre più elaborate.
Le basi principali sono: la BASE AQUILONE, la BASE PESCE, la BASE QUADRATA O PRELIMINARE, la BASE TRIANGOLARE O BOMBA D’ACQUA, la BASE GRU, la BASE FIORE, la BASE RANA, la BASE BUSTA. QUI trovi una playlist con alcuni tutorial dedicati alle basi.
Non tutti gli origami rispettano queste costruzioni preliminari, magari ne hanno altre ancora, ma queste sono le più diffuse e si possono ripetere in punti differenti della sequenza. Inoltre sono un buon esercizio per imparare a piegare i primi origami e allenarsi con la lettura dei diagrammi.
Tips & Tricks
A prescindere dal grado di difficoltà è sempre bene avere un metodo. Questo è quello che adotto anche io nel mio lavoro quotidiano con gli origami e che suggerisco di adottare anche a te:
– procurati le istruzioni necessarie (diagramma o dimostrazione video);
– inizia con la brutta copia del modello usando carta di riuso;
– piega il modello per la seconda volta ed eventualmente fai altre prove, sempre con carta di riuso, magari in formati differenti, per capire qual è il formato ottimale;
– solo dopo aver compreso tutti passaggi, serviti del foglio del colore e della dimensione che ritieni più giusti e ripeti la sequenza di piegatura;
– goditi il risultato.
Di solito è bene utilizzare piccoli formati per modelli con pochi passaggi e formati più grandi al crescere della difficoltà e del numero di pieghe.
Le creazioni più iconiche
Tra le creazioni più iconiche c’è sicuramente quella della gru, origami antichissimo e carico di significati simbolici. La quintessenza di un intero universo culturale.
Leggi il mio articolo sulla storia dell’origami della gru e la sua leggenda a QUESTO LINK.
Ad oggi sono numerosissimi gli origamisti di ogni parte del mondo che creano sempre nuovi modelli e stili, che si concentrano su una branca del folding piuttosto che su un’altra.
Di seguito ho stilato una piccolissima selezione dei principali autori viventi. Ciascuno con le proprie caratteristiche:
– Robert J. Lang (Stati Uniti – famoso per i suoi modelli di insetti e per la sua collaborazione con la NASA come fisico ed origamista);
– Nick Robinson (UK – ha realizzato centinaia di modelli e pubblicato decine di libri anche per principianti, tutti consigliatissimi);
– Michel La Fosse (Francia – famoso soprattutto per aver realizzato modelli di fiori e farfalle);
– Roman Diaz (Uruguay – famoso per i suoi bellissimi modelli di animali, è un veterinario);
– Tomoko Fuse (Giappone – famosa per i suoi kusudama floreali e per aver creato scatole di ogni tipo con la carta);
– Luisa Canovi (Italia – famosa per la sua attività didattica e divulgativa. Oggi è una paper designer con sede a Milano).
Questi esponenti rappresentano solo la punta dell’iceberg. Nel mio blog di recente creazione (https://howtofold.shop/blog/) parlerò di loro e di tutti quegli autori che hanno contributo a rendere il folding una pratica artistica riconosciuta a livello mondiale.
Per quanto riguarda la realtà italiana consiglio anche l’iscrizione al CDO ovvero al Centro Diffusione Origami, un ente che organizza eventi, promuove la didattica con gli origami nelle scuole e offre la possibilità di acquistare numerosi materiali.
Nella speranza che questa guida possa esserti utile non mi resta che augurarti buone pieghe!
Giorgia
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